LE OPINIONI (RIFLESSIONI)

 

Signori, giu' le mani del mio dominio.

 

L'Italia e' sempre un pasese a se. In questi giorni mi sono informato sulla legislazione che regola la rivendicazione di un dominio da parte di un ente, persona fisica o giuridica verso l'attuale detentore del domiono stesso. Subito ho scoperto che oltre ad avere magistrati ed giudici sullo stesso binario anche internet ha dovuto piegarsi alla nostra cultura fondendo la RA e la NA (Registri Autority e Name Autority) e quindi annullando di fatto la discussione tra le parti. La motivazione (da cio' che mi e' sembrato di capire facendo una ricerca su internet) e' l'abbreviamento dei tempi burocratici che al momento (strano da pensare) risultavano troppo lenti.

Risultato? Staremo a vedere, mi sa che come sempre chi decide non puo' anche controllarsi... boia e giudice possono essere le stessa cosa?

 

Ma veniamo a noi. La legge che regola la rivendicazione di dominio e' fatta davvero bene. Probabilmente e presa pari pari da quella internazionale altrimenti sarebbe molto piu' confusa, ma non proccupatevi la confusione arrivera' presto. Sono sicuro che verra' cambiata fino a diventare di comodo ed allora addio alla liberta' anche su internet.

 

Ho reperito presso la C.r.d.d. (Centro risoluzione dispute domini - www.crdd.it) alcune procedure di riassegnazione. Ho scoperto che esistono tre punti fondamentali e devono essere verificati tutti perche' ci possano essere gli estremi per riassegnare un dominio, ovvero basta che un solo punto non venga soddisfatto per far rimanere il dominio all'attuale utilizzatore, cioe' io. Di seguito vi sottopongo uno stralcio di una sentenza.

La procedurea di riassegnazione dei nomi a dominio di cui all'art. 16.6 delle regole del naming presuppone la dimostrazione da parte del ricorrente (colui il quale vuole ottenere il dominio in questione) della contemporanea sussitenza di tre elementi diversi:

a) il nome a dominio contestato e' identico o tale da indurre confusione rispetto ad un marchio su cui egli vanta diritti, o al proprio nome e cognome;

b) l'attuale assegnatario (denominato "resistente") non abbia alcun diritto o titolo in relazione al nome a dominio contestato.

c) il nome a dominio sia stato registrato e venga usato in malefede.

 

Vi faccio notare per i ripettivi punti:

a) Sto facendo uso del nome a dominio per un uso non commerciale, o anche se lo fosse senza l'intento di sviare la clientela dei ricorrenti o di violarne il marchio registrato.

b) Ho titolo in relazione in quanto si tratta delle mie proprie iniziali, e sono conoscito sia sul mondo internet (posta elettronica) che nel mondo reale con tale acronimo fin dalla mia infanzia e quindi da almeno 22 anni.

c) Non ho agito in malafede per effettuare operazioni economiche in futuro con ditte interessate a questo nome dominio. Ma bensi' per un uso proprio privato nella forma di uno ed un unico nome a dominio come prescrive l'attuale legislatura.

 

Ora potete farvi un'idea se avete i requisiti ed io non ne ho per mantenere questo nome dominio.

 

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